JEMORE

di Isabella Marcosano & Andrea Pradelli

Lo sapevi che a Modena si svolge un Festival sulla cultura digitale? 
Da circa sette anni, l’ultimo weekend di settembre, Modena diventa “smart”, stimolando il dialogo e il confronto su temi attuali come la tecnologia e il digitale nell’arte, nell’economia, nella sanità e nelle scuole. 
Noi di JEMORE e il team di Modena Vivaio abbiamo voluto partecipare all’iniziativa, prendendo parte direttamente o indirettamente a interventi, webinar e interviste. In questo articolo, in collaborazione con Modena Vivaio, vi raccontiamo la nostra impressione sull’evento. 

Un Festival Smart… ma a misura d’uomo 

Le attività dello Smart Life Festival 2022 si sono susseguite da giovedì 29 settembre fino a domenica 2 ottobre, con una programmazione veramente ricca: conferenze, webinar, interventi, installazioni, performance, deejay set e proiezioni in collaborazione con Future Film Festival. Gli eventi si sono svolti in diverse sedi del centro storico, con la partecipazione di oltre 150 protagonisti, relatori e performer, tra cui troviamo esperti di nuove tecnologie, imprenditori e professionisti del mondo economico, operatori della sanità, insegnanti e pedagogisti.  
Il tutto in un’atmosfera molto smart che combinava eventi in presenza, eventi di formazione, laboratori pratici e dirette online. 

Il tema di quest’anno “Umanesimo 5.0” si pone l’obiettivo di immaginare una società in cui la centralità dell’uomo non sia più basata sul diritto di sfruttare indiscriminatamente le risorse del pianeta, ma sia intesa come parte di un sistema complesso che coniughi le sfide dell’ecologia e le questioni sociali. L’innovazione tecnologica, quindi, non servirà più solo ad aumentare la redditività delle imprese, ma soprattutto a creare benessere per l’ambiente e l’uomo e una società più giusta e sostenibile. In quest’ottica si sono i toccati temi come Big Data, Privacy digitale, Accessibilità, Professioni 5.0 e tanto altro. 

Non a caso, il festival si è aperto con Quayola, artista e performer di fama internazionale, considerato tra i più importanti esponenti della media-art, che fa della tecnologia l’idea fondante della sua arte. Le sue opere, dove uomo e macchina si confondono, portano a riflettere sul nuovo umanesimo e sul nuovo ruolo dell’uomo in un’epoca immersa nel progresso tecnologico. 

E come gestire il nuovo mondo senza venirne sommersi? Molti interventi si occupavano proprio di far luce su interrogativi come questo, proponendo nuove modalità per sfruttare il progresso e integrarlo ad altri saperi, con una strategia sostenibile per l’ambiente, per l’uomo e la società in generale. 

Si è spesso parlato del rapporto fra costi e opportunità delle nuove tecnologie. Il binomio “vantaggi e svantaggi” tornava ricorrente, settore per settore, ed è stato analizzato e approfondito alla luce dei cambiamenti tecnologici in arrivo o già in atto. 

Durante la live-digital conference di venerdì 30 Settembre “Imprenditore 5.0″ lo speaker Sandro Zilli, professionista e Innovation Manager, ha citato una frase di Seneca che possiamo dire esplicativa dell’evento:   

Non possiamo dirigere il vento ma possiamo orientale le vele”  

Infatti,  i tanti eventi a cui abbiamo assistito sono stati accomunati da uno stesso fil rouge: l’uomo sarebbe più consapevole delle sue capacità e al centro di un processo di cambiamento, non più succube della tecnologia, ma disposto a interagire e convivere con essa per sfruttare nuove opportunità. Un nuovo umanesimo, appunto. 

La tecnologia contro gli incendi 

Venerdì 30 settembre Modena Vivaio ha moderato un webinar con ospiti due dipendenti di una PMI modenese che lo scorso anno è stata selezionata per partecipare a un progetto finanziato dalla Commissione Europea sul contrasto agli incendi boschivi.  

L’azienda in questione è Zanasi & Partners, una società di consulenza e ricerca con sede principale a Modena e una seconda sede a Parigi. Zanasi & Partners ha partecipato a più di 30 progetti di ricerca finanziati dalla Commissione Europea per affrontare questioni legate soprattutto alla difesa e alla sicurezza. Tra i suoi clienti ci sono la Commissione Europea, istituzioni internazionali come ESA, FRONTEX, ENISA e EDA, governi nazionali e grandi aziende del settore della salute (Holostem Terapie Avanzate), della tecnologia (Siemens AG) e dell’editoria (Gruppo Editoriale L’Espresso). Zanasi & Partners è anche membro dell’ECSO (European Cyber Security Organisation) e ha contribuito nel tempo alla definizione delle strategie di ricerca dell’Unione Europea nel settore della sicurezza.  

Ma che cos’è un progetto europeo? La Commissione finanzia progetti attraverso il quadro finanziario pluriennale a sostegno delle politiche comunitarie. Zanasi & Partners ha partecipato per lo più a progetti parte del programma di ricerca e innovazione. Tra questi il più importante è Horizon Europe, per cui la Commissione ha stanziato 95,5 miliardi da spendersi fra il 2021 e il 2027. Horizon Europe nasce come naturale continuazione del programma Horizon 2020, che aveva appunto come termine il 2020. Tra gli obiettivi principali di Horizon Europe ci sono l’adattamento e la lotta ai cambiamenti climatici, la lotta al cancro, la buona salute delle acque sia costiere che interne, lo sviluppo di città intelligenti e a impatto climatico zero, la salute del suolo e l’alimentazione. Sia Horizon Europe che Horizon 2020 mirano al raggiungimento dei Sustainable Development Goals, fissati dalle Nazioni Unite per il 2030.  

È proprio all’interno del programma Horizon 2020 che si inserisce il progetto SILVANUS, che ha un budget di circa 24 milioni di euro, durerà dall’ottobre 2021 al marzo 2025 e coinvolge 49 partner provenienti da 18 Paesi, 3 dei quali extraeuropei (Brasile, Australia e Indonesia). In 11 di questi Paesi saranno sviluppati dei siti pilota per testare le tecnologie sviluppate da SILVANUS. Il progetto è coordinato dall’Università Telematica Pegaso ed è finanziato con i fondi del Green Deal europeo assieme ad altri 2 progetti di ricerca e innovazione e un progetto di coordinamento. 

L’ obiettivo di SILVANUS è creare una piattaforma di gestione integrata che aiuti ad affrontare tutte le fasi della gestione degli incendi boschivi: la prevenzione dell’incendio, l’individuazione dell’incendio e la risposta, la ristorazione del territorio colpito dall’incendio e l’adattamento dell’area alle nuove condizioni. La piattaforma prevede un costante scambio di dati fra il cloud, il near edge e il far edge e il coinvolgimento di vari attori, fra cui esperti di social media, ambiente e nuove tecnologie, ma anche i cittadini, per supportare le autorità di protezione civile regionali e nazionali. Tra i prodotti ideati da SILVANUS ci sono strumenti per addestrare i vigili del fuoco alla realtà aumentata e virtuale, una nuova mappa del rischio di incendi in Europa, uno strumento per rilevare la presenza di incendi attraverso la geolocalizzazione di parole chiave su Twitter e altri social media, strumenti IoT come droni e sensori satellitari per individuare gli incendi, una piattaforma per la comunicazione e la collaborazione fra droni volanti e robot terrestri per prevenire e individuare gli incendi, strumenti per la previsione dello spostamento dell’incendio, un’applicazione mobile che consente ai cittadini di fotografare i vari tipi di flora per definire il livello di biodiversità di ogni bosco e infine un programma per sensibilizzare e coinvolgere i cittadini in ogni fase dell’incendio. Questi prodotti saranno testati nei siti pilota, valutati ed eventualmente aggiornati finché la loro efficacia non sarà assicurata.  

All’interno di SILVANUS, Zanasi & Partners svolge quattro ruoli: fare il controllo di qualità dei report prodotti dai partner, studiare un metodo per monitorare la biodiversità all’interno di ogni foresta, controllare le politiche comunitarie e nazionali sulla resilienza agli incendi e valutare sia l’efficacia e l’integrazione reciproca dei prodotti sviluppati da SILVANUS sia la buona collaborazione fra i tre progetti “gemelli” di SILVANUS.

La voce del festival: Radio FSC Unimore 

Per tutta la sua durata, il festival è stato poi seguito e raccontato da Radio FSC Unimore, dal 6 Luglio 2022 la radio ufficiale dell’Università di Modena e Reggio Emilia che dà voce agli studenti e alle studentesse per esprimersi e raccontarsi.  
Con 40 ore di diretta su Twitch, 40 speakers che si sono alternati ai microfoni, realizzando circa 15 interviste, ci hanno tenuto compagnia durante i 3 giorni dell’evento con un palinsesto ricco di voci e prospettive presenti e future. 

 Abbiamo avuto modo di intervistare Matteo Cappa, Station Manager di Radio FSC Unimore e gli abbiamo chiesto quale sia stata la sfida più grande e l’obiettivo di questa iniziativa.  Ci ha risposto così: Il nostro valore aggiunto è quello di riuscire a dare uno sguardo differente, la prospettiva dei giovani. Noi cerchiamo di creare un pubblico che interagisca attivamente con l’evento, che osserva, vive il festival ma diventa a sua volta protagonista e ne fa parte. Il nostro contributo in più è provare a dare il nostro sguardo e le nostre idee al festival, aggiungendo ai tanti eventi il nostro racconto originale, fresco e giovanile.  
Un obiettivo ambizioso ma per noi la prova è superata a pieni voti!

 

Possiamo affermare che anche quest’anno lo Smart Life Festival sia stato un successo. Il tema scelto, Umanesimo 5.0, sembra aver catturato l’interesse e la passione del pubblico. Essendo un tema per sua natura interdisciplinare il festival ha visto la partecipazione di ospiti molto diversi per formazione, interessi e ruolo nella comunità. L’edizione 2022 si è conclusa con 92 appuntamenti, 3mila presenze e 500 mila utenti social e già si sta pensando ad una prossima edizione 2023! 

A cura di Redazione  
Revisione: Pasquale Grasso