Negli ultimi anni sentiamo sempre più spesso parlare di grandi marchi o aziende che cambiano logo. Te ne viene in mente qualcuno?
Sicuramente avrai molti esempi, sia positivi che negativi. All’inizio le novità tendono sempre un po’ a destabilizzarci, soprattutto se è un marchio a cui siamo particolarmente legati o utilizziamo quotidianamente, ma la domanda è:
Perché lo fanno? Cerchiamo di scoprirlo in questo articolo.
CHE COS’È IL REBRANDING?
Il rebranding è un processo di trasformazione strategica della brand identity di un’azienda. Può prevedere un mutamento evolutivo che riguarda elementi come il logo e lo slogan, o un mutamento rivoluzionario legato alla creazione di un nuovo nome di un brand già consolidato nel mercato, creando un’identità differenziata e modificando eventualmente il posizionamento dell’azienda nel mercato.
Risponde ad una necessità di cambiamento che interessa la brand image, cioè l’immagine e il modo in cui viene percepita la marca dai consumatori con l’obiettivo di attirare nuovi clienti, creare nuovi legami, migliorare le vendite e guadagnare di più.
Inoltre, il mercato muta continuamente, il comportamento del consumatore pure, perciò è importante stare sempre al passo coi tempi.

VERSO UNO STILE MINIMAL
Negli ultimi anni a prevalere è una tendenza verso lo stile minimalista che molti brand stanno implementando per ristrutturare i propri loghi e packaging. Ma perché?
Secondo recenti statistiche la soglia dell’attenzione è arrivata a toccare un lasso temporale di circa otto secondi: ottenere l’attenzione del consumatore è sempre più difficile. Non sorprende quindi questa tendenza a ridurre all’essenziale: nel mondo moderno è necessario mettere in risalto il marchio, eliminando tutti gli elementi superflui e facilitandone la memorabilità.
ALCUNI CASI
CAMBIARE APPROCCIO
Un pioniere di questo trend è stato Google che nel 2020 ha re brandizzato totalmente la G Suite e portato avanti un totale redesign di tutte le icone dei tool Google Workspace, adottando un’immagine semplificata e coerente nelle forme, nei colori e dimensionalità. Il motivo?
Non solo seguire i trend grafici, ma più di tutto creare una comunicazione fortemente integrata che portasse a ripensare a Google non come un motore di ricerca ma come uno spazio unico, un ambiente composto da diversi strumenti che favoriscono un approccio organizzato e collaborativo, sia per individui che per aziende. Non a caso, nel comunicato stampa a seguito del rebranding, descrivono Google Workspace come «tutto ciò di cui hai bisogno per fare qualsiasi cosa, ora in un unico posto».

CAMBIARE IMMAGINE


Proprio di recente, Yamamay ha festeggiato 20 anni con una brand identity rinnovata rendendo il logo più contemporaneo e armonioso.
Il colore rosso, distintivo del marchio, viene ripreso dalla scritta posta su un semplice sfondo bianco. Questa decisione stilistica ha lo scopo di alleggerirne la visione e la leggibilità rispondendo alle esigenze del mondo digital.
CAMBIARE POSIZIONAMENTO
Un altro obiettivo del rebranding è proprio quello di ottenere un nuovo posizionamento.

A tal proposito Eni gas e luce diventa Plenitude, trasformandosi in una società benefit che mira ad un impatto positivo su società, comunità e ambiente soddisfando le esigenze sempre maggiori della sua clientela.
Il cambiamento raccoglie le origini di Eni e, al tempo stesso, rappresenta una visione globale di un’energia che continua a rigenerarsi. Il cane nero a sei zampe si trasforma in una versione più “green” e col suo nuovo gradiente punta tutto su un futuro migliore.
Plenitude supporterà Eni per raggiungere un obiettivo importante, ma allo stesso tempo ambizioso: azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2040.
E tu conosci altri casi di Rebranding e ti va di segnalarceli? Scrivici, commenta e continua a seguirci per non perderti le prossime novità!
A cura di Redazione
Testo: Elena Simula
Revisione: Isabella Marcosano e Pasquale Grasso
Grafiche: Elena Simula