JEMORE

Hai mai sentito parlare di guerrilla marketing? Se la tua risposta è sì, probabilmente il mondo della comunicazione e della pubblicità ti appassiona: questo pezzo è pensato anche un po’ per te, da un’amante della comunicazione ad un altro. In questo articolo ti sveliamo alcuni dei trucchetti e ti presentiamo una sfida da non perdere!  

Se la tua risposta è no, allora non puoi proprio lasciarti scappare il resto dell’articolo! È un primo passo verso un mondo affascinante e pieno di possibilità. 

Soprattutto, questo pezzo fa per te se almeno un pochettino ti consideri un tipo “non convenzionale”. Il guerrilla market è infatti un modo di comunicare adatto alle aziende e ai creativi che sanno pensare fuori dagli schemi e tirare fuori il meglio da quello che hanno a disposizione. 

Cos’è il guerrilla marketing 

Lo abbiamo già anticipato: il guerrilla marketing è una tecnica di comunicazione che gioca fuori dai confini della pubblicità tradizionale. Il termina lo ha usato per la prima volta nel 1984 Jay Conrad Levinson in un libro chiamato proprio “Guerrila marketing”. Rientrano in questa categoria tutte quelle campagne che si basano sulla creatività piuttosto che sul denaro, che partono da budget ridotti e che puntano a coinvolgere il consumatore con originalità o suscitando emozione.  

Facile a dirsi, vero? 

Più difficile è sicuramente concretizzare questi concetti. Che cosa significa, innanzitutto, pensare fuori dagli schemi?

 

Come si fa a lavorare con un risorse ridotte? Come si coinvolge un consumatore? Specialmente se pensiamo che il nostro pubblico ha sotto gli occhi centinaia e centinaia di contenuti ogni giorno: ognuno di noi entra ogni giorno a contatto con decine di campagne pubblicitarie e, diciamocelo, molti di noi non sono neppure così naif da farsi convincere dalla prima trovata.  

Non possiamo confinare il guerrilla marketing in trovate bizzarre di marketer annoiati, né ridurlo a modi di dire come “minima spesa, massima resa” o “purché se ne parli”. Come suggerisce il nome “guerrilla”, questa tecnica di marketing richiede azioni simultanee e disseminate, che creino un effetto a catena e portino a risultati tangibili – proprio come prevede la guerrilla intesa nel senso militare del termine.  

Tipologie di guerrilla marketing

Per cercare di capire di che cosa parliamo quando parliamo di guerrilla marketing, è bene fare qualche esempio. Non tutte le tipologie, infatti, prevedono lo stesso grado di creatività o coinvolgimento emotivo. Non per questo quelle tecniche che vediamo come più tradizionali sono da considerare meno efficaci: alla fine, se sono così comuni, forse c’è un motivo. La guerrilla, insomma, non deve essere misurata con il metro delle performance artistiche o dell’intrattenimento, ma con quello della comunicazione e della pubblicità. È una buona guerrilla quella che funziona per il prodotto. Non tutte le comunicazioni sono adatte a tutti i prodotti.

Vediamo insieme alcune delle opzioni abbiamo a nostra disposizione per fare guerrilla marketing:

  • Il marketing ambientale: puoi giocare con gli elementi dell’ambiente, che si tratti del manto stradale, di asciugamani o del corrimano di una rampa di scale. È una superficie tangibile? Forse c’è un modo in cui la puoi sfruttare per realizzare una campagna che finisce sotto gli occhi di tutti!
  • Il marketing virale: se hai feeling con i tuoi clienti, puoi affidargli anche la tua campagna di comunicazione. Non ci credi? Con le campagne di marketing vitale, l’azienda dà il la al suo pubblico che gli funge da cassa di risonanza. Se la campagna convince, fa parlare di sé, creerà passaparola e finirà per autoalimentarsi. C’è da dirlo: è una gran comodità.
  • Il marketing di strada: avete presente in quei film americani i ragazzi che per arrotondare si vestono da hot-dog e invitano i clienti a entrare nella tavola calda del quartiere? Ecco, quello è marketing di strada. Ovviamente, non comprende solo i ragazzi hot-dog: ci sono anche i promoter, i volantini distribuiti per strada, le affissioni su spazi pubblici, flash-mob, concorsi e spettacoli.
  • Il grassroots marketing: l’azienda non vuole vendere un prodotto a un pubblico generico. Vuole affidarlo proprio a te: per questo lavora sul legame personale, sulla relazione tra il marchio e il cliente. Alla fine, il marketing è anche una questione di fiducia, giusto?
A chi è adatto il guerrilla marketing

Abbiamo cercato di capire in poche parole che cosa è il guerrilla marketing. Ma a chi si rivolge questa strategia? La potrei applicare alla mia azienda a conduzione familiare? Potrei proporla nella piccola media impresa in cui sono stato assunto? Si adatta ad uno studio che collabora con grandi multinazionali?

La risposta a queste domande in realtà è una sola: sì. Il guerrilla marketing si può studiare e adattare a tanti business diversi. Sta al marketer dosare creatività e tradizione e capire quanto premere sulle emozioni, quanto sulla sorpresa, quanto sulla fiducia.

Noi di JEMORE abbiamo proposto una challenge che vede al centro proprio il guerrilla marketing.

 

 Il contest è stato annunciato nell’evento Marketing Factor, un talk show a tema Guerrilla Marketing, tenutosi il 5 Aprile in una sala del Dipartimento di Economia Marco Biagi. Qui diversi speaker, tra cui professionisti del settore del calibro di Lorenzo Ferrari – CEO, Founder di smarTalks e Under 25 più seguito di LinkedIn Italia – e Simone Mabellini – Founder di NextW, Coach ed Esperto di Guerrilla Marketing – hanno discusso le loro diverse visioni sul Guerrilla Marketing: una più strategica e una più creativa. 

L’evento è stato promosso per l’estate 2022 dal brand catena “Peschereccio Italia” – un franchising bistrot di pesce – con cui abbiamo scelto di lavorare, per lanciare una sfida a tutti gli studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. 

Le squadre che sceglieranno di prendere parte alla sfida potranno proporre campagne innovative e coinvolgenti, ma solo tre team arriveranno in finale e avranno l’occasione di collaborare per realizzare il progetto nelle strade di Modena.  
Da un lato, i vincitori saranno premiati con una serie di agevolazioni, oltre all’opportunità di entrare in contatto con una realtà del territorio e distinguersi per le spiccate abilità dimostrate nel contest. 

Dall’altro, Modena si farà palcoscenico di quello che potrà essere un esempio replicabile in altre “città peschereccio” del territorio nazionale, in cui il brand Peschereccio Italia ne sarà il tramite e divulgatore.

A questo link trovi tutte le regole e le scadenze da rispettare per vincere la sfida di JEMORE e Peschereccio Italia.  
Ti interessa la nostra sfida? Ti puoi iscrivere qui! 

A cura di Redazione  

 

Testo e grafiche: Allegra Zanni 
Revisione: Isabella Marcosano