di Allegra Zanni & Gloria Zambelli
Hai mai sentito parlare di «animatori digitali»? Se la risposta è no, non puoi perderti questo articolo. JEMORE e Modena Vivaio tornano con la rubrica “A prova di futuro” alla scoperta delle professioni più innovative e con prospettive di crescita. Oggi sposteremo il nostro campo di indagine dalle aziende al mondo della scuola, ma sempre con un occhio a quelle che sono le implicazioni per il futuro e le possibilità di impiego per i giovani!
Che cos’è l’animatore digitale
Fino a qualche anno fa, era difficile trovare nella stessa frase le parole “digitale” e “scuola”. Seppure il World Wide Web fosse già una realtà alla portata di tutti, la scuola pubblica italiana e gli insegnanti faticavano a stare al passo e innovare gli insegnamenti. Solo con la pandemia e la necessità di ricorrere alla didattica a distanza emerge una nuova figura.
Come ti abbiamo anticipato, l’animatore digitale (AD) è un ruolo che troviamo nel mondo della scuola italiana. È una figura che nasce nel 2015 con la stesura del Piano nazionale scuola digitale (PNSD), ma la sua importanza è emersa negli ultimi anni a seguito dello scoppio della crisi sanitaria, che ha dato nuovo vigore alla rilevanza di tale ruolo all’interno del mondo scolastico, mettendo in luce i vantaggi derivanti dall’ integrazione tra innovazione della didattica e modalità di istruzione tradizionale.
L’animatore digitale è un docente che, insieme al dirigente scolastico, ha il compito di promuovere l’impiego della tecnologia e delle possibilità legate al digitale all’interno della scuola. Per farlo, può avvalersi di fondi che vengono messi a disposizione della scuola e di tutti gli strumenti di progettazione di cui sono provvisti gli istituti.
Dato il suo ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione, l’AD ricopre molteplici incarichi, raggruppabili negli ambiti della formazione interna, del coinvolgimento del corpo docenti e della comunità scolastica al conseguimento degli obiettivi posti dal PNSD e della creazione di soluzioni innovative che siano coerenti con i bisogni della scuola stessa.
Come diventare animatore digitale
Per diventare animatore digitale, lo abbiamo accennato, è innanzitutto necessario essere docenti. L’animatore digitale non è una figura esterna, né un consulente, ma è un ruolo a cui i giovani docenti possono ambire, per mettere a disposizione del mondo della scuola la propria competenza e le proprie esperienze di nativi digitali. L’animatore digitale viene scelto dal dirigente scolastico, ma sicuramente ci sono delle opportunità per arricchire il proprio curriculum. Ad esempio
- Conseguire una laurea in Digital Education (l’Università di Modena e Reggio Emilia ne ha da poco attivato uno molto completo)
- Seguire corsi di aggiornamento sul mondo digital;
- Maturare esperienze nella formazione digitale al di fuori della scuola;
- Approfondire settori come quello delle Digital Humanities o dell’Information Literacy.
Nuove esigenze per la formazione
Tra gli incarichi assegnati, di spiccato interesse risulta il compito di promuovere ed organizzare momenti formativi aperti per famiglie e stakeholder territoriali al fine di realizzare una cultura digitale condivisa. Un esempio concreto è la diffusione della rete delle Palestre dell’Innovazione, luoghi d’incontro in cui gli AD sono coinvolti attivamente. Uno spazio aperto ai diversi attori locali (università, scuole, aziende, associazioni, istituzioni ecc.) nato dal basso e che ha come cuore pulsante i giovani al fine di allineare istruzione e formazione alle sfide del XXI secolo, pur conservando i suoi valori.
Guardando, invece, al mondo di università e aziende non esiste una figura esattamente speculare a quella dell’animatore digitale.
Nelle aziende di medie e grandi dimensioni, è ormai consueto trovare team di responsabili HR preposti a dirigere e coordinare le attività di formazione dei dipendenti. In questi contesti, le strategie di formazione non hanno il mero scopo di colmare il gap di competenze del personale, ma contribuiscono in senso lato alla crescita della persona, nella consapevolezza della forte valenza emotiva che tali momenti possono avere sullo sviluppo del personale.
Al contrario, maggiormente controversa è la situazione del mondo universitario.
Sebbene la crisi epidemiologica abbia avuto il merito di sollecitare l’implementazione e lo sviluppo di skills digitali nei percorsi di formazione accademica, permangono dei fattori di incertezza.
Da una parte, esistono difficoltà di natura prettamente organizzativa e logistica, dall’altra spesso è emersa una sorta di avversione nel ripensare il proprio metodo didattico in maniera sostanziale.
All’interno del quadro accademico, una figura come quella dell’animatore digitale potrebbe dunque dare alcune risposte attese da tempo, considerando il ruolo chiave che la tecnologia può assumere nell’avvicinare all’istruzione soggetti culturalmente lontani e a rischio di esclusione sociale.
Tirando le fila dell’analisi, l’animatore digitale è una figura che, con i giusti incentivi, può assumere un ruolo sempre più rilevante nella scuola, permettendo di realizzare un notevole passo in avanti nel processo innovativo-digitale in atto nel mondo dell’istruzione.