Oggi torniamo a parlare di noi presentando la storia del nostro presidente! MattiaFaraci, siciliano classe 1998.
Mattia studia ingegneria informatica, fa parte di JEMORE da più di un anno, lavora allo sviluppo di un software gestionale e in una startup.
Eppure, le sue giornate durano 24 ore al pari di quelle di tutti, come riesce a fare così tante cose? “Lavorare non mi pesa, che sia giorno o che sia notte… l’importante è farlo per passione, perché ci credi!”
Mattia è sicuramente estremamente focalizzato sui propri obiettivi, sa cosa vuole e niente lo può fermare!
L’arrivo a Modena
Come spesso accade, anche Mattia il primo momento di crescita lo ha vissuto quando si è trasferito a Modena per studiare. Questo vuole essere un invito a tutti i futuri studenti fuori sede a trovare la forza per compiere tale passo, perché si sarà ampiamente ripagati!
Anche per Mattia i primi mesi a Modena sono stati un po’ difficili, ma grazie allo sport ha trovato le prime amicizie. “Ho iniziato a giocare a tennis e mi hanno subito accolto molto bene!”.
La scelta del percorso universitario non è stata facile: “ero indeciso tra ingegneria informatica, perché mi ha sempre appassionato e interessato, ed economia, campo più vicino a me grazie al lavoro della mia famiglia.” Anno dopo anno, però, la scelta ricaduta su ingegneria informatica si è rivelata sempre più giusta, tanto che per la magistrale vorrebbe iscriversi al corso UNIMORE di intelligenza artificiale.
L’ingresso in JEMORE
Nel giugno 2020 Mattia entra in JEMORE come unico membro dell’area IT, oltre al responsabile d’area. Da quel momento l’area ha visto uno sviluppo esponenziale, arrivando oggi a contare ben 17 membri e realizzando sempre più progetti richiesti all’associazione.
“Prima di JEMORE ero una persona chiusa, timida, facevo fatica a parlare con gli altri.” Sicuramente entrare in una JE offre tantissimi benefici per chi è abbastanza coraggioso da sapersi buttare e superare le proprie paure. Questo è stato il caso di Mattia, che riunione dopo riunione ed evento dopo evento ha acquisito sempre più sicurezza in sé stesso fino a diventare un ottimo presidente! “Adesso mi piace molto incontrare e conoscere tutte le persone del network di JE Italy e JE Europe. Anche nell’ultimo evento – il Congrès National D’Hiver – è stato un grande piacere potere conoscere associati delle altre JE europee. Adesso parlare con gli altri, anche se in inglese, mi viene del tutto naturale.”
La passione per ciò che si fa
Mattia è impegnato su tantissimi fronti, ma non ha paura a passare notti insonni lavorando. “Da maggio fino ad ora non mi sono mai fermato, ho sempre avuto qualcosa su cui lavorare e ho fatto anche diverse notti in bianco.” Non sempre è necessaria una programmazione ferrea e idee chiare sulla work life balance, per alcuni, come per Mattia, bastano qualche ora di sport, i weekend con gli amici e la passione per ciò che si fa per potere continuare a lavorare senza raggiungere mai il burnout.
Il lavoro in team
Certo è che per riuscire lavorare così intensamente è sempre meglio avere a fianco persone fidate con cui sia un piacere condividere esperienze e nottate di lavoro. Questo è il caso di Mattia, che ha trovato in Stefano e Danilo due grandi amici e colleghi che cerca di includere in molti progetti. “Ho chiesto ai ragazzi di entrare a far parte di JEMORE perché pensavo fosse un’esperienza che valesse la pena fare, che potesse darci tanto e farci crescere. Successivamente poi mi è stato chiesto di lavorare per la startup Ada e allo sviluppo di un software gestionale… e anche in questi casi ho portato anche loro a bordo perché trovo siano due ottimi lavoratori e che sia un piacere lavorare con loro”.
Ma Mattia in JEMORE ha lavorato in tantissimi gruppi e si è confrontato con tante persone, trovandosi sempre bene. “Con JEMORE ho anche sviluppato una maggiore empatia, e un maggiore ascolto degli altri. Trovo che il confronto sia molto utile e mi piace perché mi fa spesso venire in mente nuove idee”.
“In breve mi descriverei come una persona sicura di sé, che ha voglia di migliorarsi sempre e la consapevolezza che sia possibile farlo grazie al confronto con gli altri”.
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A cura di Redazione
Testo: Martina Bernardini
Grafiche: Federica Sabbatini
Revisione: Allegra Zanni